Milioni di chicchi al giorno: il Brasile
Il gigante del caffè, ma anche un paese dai molti volti: quella del Brasile è un’economia sempre più florida, dalle piantagioni alla tazza.
La terra dai paesaggi incontaminati, delle città pullulanti di vita, del carnevale di Rio delle interminabili spiagge affacciate sull’oceano; e poi ancora: la capoeira, il beachvolley e la caipirinha.
Certo è, che fra tutte le cose che gli italiani conoscono del Brasile, una in particolare gli appare sempre certa: il caffè.
Incominciamo il nostro viaggio fra i principali produttori di caffè verde partendo proprio dalla qualità brasiliana. Dalla metà del XIX Secolo il Brasile è il primo produttore al mondo di caffè. Dal chicco alla tazza passando per oltre 60 milioni di sacchi all’anno, il paese più grande del Sud America fornisce il 30% della produzione mondiale di caffè.
Non è un segreto che le principali risorse economiche del Brasile derivino soprattutto dall’agricoltura.
Basti pensare che solo a Gennaio 2022 il paese ha esportato quasi 4 milioni di sacchi.

Come intonava Frank Sinatra:
Cosa caratterizza la produzione del caffè in Brasile
Fra altipiani e dolci colline ricoperte di fitte foreste il Brasile offre una multitudine di climi e temperature, ma ciò che rende veramente unica la nazione verdeoro è la ricchezza del suo terreno che è colmo di sali minerali.
Come la Bossanova, il caffè in brasile ha note soavi e romantiche.
Le tre regioni principali nelle quali si produce caffè in Brasile sono prevalentemente il Cerrado Mineiro, dove il gusto è corposo e contraddistinto da note calde di cioccolato, la Mogiana, regione caratterizzata da un caffè dolce e delicato, e infine il Sul de Minas, la regione più ampia. Proprio in questa zona i veri intenditori sapranno riconoscere le note di un caffè agrumato e bilanciato.
(I verdeoro del fútbol, si sa, non godono di un gran momento, sono molto distanti infatti, i tempi in cui la perla nera Pelé regalava 3 coppe del mondo al suo paese.)
Il Brasile oggi, invece, vive la produzione di caffè con uno slancio nella ricerca di fermentazioni e studi comparati fra diverse qualità e coltivazioni in condizioni anche avverse o piuttosto estreme.
Ciò che lascia stupefatti di questa terra è l’abilità dei coltivatori di saper differenziare molto fra gusti, sapori e aromi, andando a studiare nel dettaglio le note aromatiche che fino a pochi anni fa sembravano appartenere esclusivamente ai caffè africani o centroamericani. Il Brasile quindi, studia per innovarsi e riscoprirsi rispondendo ad un mercato sempre più esigente e competitivo. Non è un caso infatti che qui si stia sviluppando con questo spirito anche il mercato dei “fine robusta” dominato qui dalla vairetà conilon.

I brasiliani e il caffè: un amore duraturo
I brasiliani ne vanno matti. Lo gustano più per piacere che per necessità, lo bevono spesso e in qualunque situazione, al bar con amici, tra un tiro al pallone o anche fra un pasto e l’altro. Il caffè come mood di vita.
Ronaldinho, Juninho, Robinho ma sooprattutto CAFEZINHO.
Avete capito bene, il cafezinho non è un centravanti della seleçao ma una una tipica ricetta brasiliana ormai famosa anche in altre parti del mondo. Si tratta di un tradizionale caffè spesso gustato nero, ma al quale può essere aggiunto dello zucchero o rapadura (zucchero non raffinato). Il Cafezihno è un modo caloroso per accogliere i visitatori, incominciare un incontro di lavoro o godersi l’ultima parte di una cena fra amici.

Come si prepara? Semplice, ci vogliono pochi minuti. Si fa bollire dell’acqua con lo zucchero, poi si aggiungono i fondi di caffè e si mescola per una ventina di secondi, infine si versa la miscela in un filtro (i brasiliani più tradizionalisti utilizzano un calzino in cotone pulito) e si beve rapidamente. A piacere può essere aggiunto dell’altro zucchero, o del latte, ma si perde l’originalità della ricetta. Insomma, preparare il Cafezihno è una passeggiata, ma ricalcare la ricetta e la preparazione originale è un problema perché in realtà ogni brasiliano, un po’ come noi italiani, lo prepara seguendo i consigli della propria famiglia e i segreti della nonna.
(La cucina e le tradizioni di un popolo sono lo specchio della sua civiltà.)