Per separare i due componenti di un caffè, ovvero l’acqua e il caffè stesso, abbiamo fondamentalmente due alternative: la decantazione (tipica dei sistemi quali l’Ibrik) oppure la filtrazione, comune in tutti i sistemi di percolazione.
Esistono diversi materiali con cui sono composti i sistemi di filtraggio del caffè: carta, stoffa, metallo, ceramica e (anche se meno usato) il vetro.
La scelta di questi (ove consentita) dipende interamente da cosa vogliamo come risultato finale in tazza.
Per capire quale filtro faccia al caso nostro, è fondamentale capire che ognuno di essi, tra le varie caratteristiche, possiede un diverso “potere filtrante”. Ovvero diversa capacità di trattenere le particelle di caffè in sospensione nella bevanda.
Le differenze nel risultato in tazza
Qualora facessimo un esperimento e confrontassimo un’estrazione effettuata con un filtro in metallo ed uno in carta (se siete curiosi di sapere se sto dicendo la verità, vi consiglio di andare a guardare il nostro video su YouTube), noteremmo immediatamente una palese differenza nell’aspetto visivo delle due tazze. Il filtro in metallo, infatti, non ha la stessa capacità ritentiva della carta e non avrà la facoltà di impedire a olii e microparticelle di attraversarlo, facendoceli ritrovare quindi in tazza. La bevanda risulterà più scura e torbida, con un corpo più consistente. A qualcuno questa descrizione potrebbe non piacere: molti coffee lovers prediligono tazze più brillanti, dove le papille gustative non vengano “disturbate” dalle particelle più fini (i cosiddetti fines) che sono riusciti ad attraversare il filtro raggiungendo il nostro palato.
C’è da dire, però, che sono proprio gli olii presenti nel caffè a trasportare gran parte degli aromi presenti nel prodotto: grazie ad essi, l’esperienza gustativa sarà senza ombra di dubbio più completa.
Il filtro in carta, grazie alla tessitura più fine, al contrario, donerà più limpidezza alla bevanda, sia dal punto di vista visivo che gustativo. All’assaggio risulterà più acida e fruttata se confrontata con l’altra.
Ma non è finita: in commercio esistono svariati tipi di filtri in carta. La differenza tra di essi è la proprietà filtrante, strettamente collegata alla loro trama, allo spessore e alla rigidità: avete presente i filtri del chemex? Questi, ad esempio, sono molto più spessi di quelli solitamente utilizzati per il V60 e hanno sì la tendenza a trattenere molte più sostanze, rallentando inoltre l’estrazione del caffè (di conseguenza normalmente richiedono una macinatura più grossa).

A chi dobbiamo l’utilizzo dei filtri di carta?
A proposito di filtri in carta, lo sapevate che l’idea di iniziare a filtrare il caffè con della carta fu di una donna? Melitta Bentz, una casalinga tedesca vissuta agli inizi del secolo scorso, decise di utilizzare un foglio del quaderno di scuola del figlio per contrastare il sapore negativo dei caffè di quel tempo, di scarsa qualità e tostati non proprio in modo impeccabile.
Oggigiorno, ovviamente, la possibilità di acquistare caffè di grande qualità e tostati in maniera egregia è decisamente più semplice ed è dunque possibile degustare un’ottima tazza anche estraendola con un filtro in metallo.
Il filtro in stoffa, più raramente utilizzato a causa della sua difficoltà di pulizia e del costo elevato, è forse il miglior compromesso a livello gustativo: esso consente di evitare sedimenti in tazza, pur non intrappolando tutti gli olii presenti nel caffè.
I filtri in ceramica, utilizzati in molti settori industriali e non e da molti anni in Oriente per la filtrazione del tè, è una soluzione da tenere in considerazione: il suo elevato potere filtrante aiuta a non portare astringenza, donando una tazza morbida ma corposa. Anch’esso ha una manutenzione sicuramente più complessa (qualora non si lavasse bene prima e dopo ogni estrazione, si correrebbe il rischio di otturazioni), ma ad un prezzo più interessante, vista la possibilità di utilizzo praticamente infinita nel tempo.
Quale scegliere, dunque?

Dipende dai vostri gusti: se desiderate una tazza corposa, meno limpida ma più dolce, sicuramente il metallo. Se preferite invece una tazza più brillante e acida, allora vi consiglio di optare per carta o stoffa. Se vi piace sperimentare e provare qualche cosa di nuovo, buttatevi sulla ceramica!
Quando avrete trovato il filtro che preferite, fatecelo sapere! Saremo ben lieti qualora decideste di condividere con noi la vostra esperienza! Se poi volete allenarvi qui da noi lo potete fare iscirvendovi al prossimo corso di Brewing!